Wonder Woman, il cui vero nome è Diana Prince, è un personaggio dei fumetti creato da William Moulton Marston nel 1941, pubblicato dalla DC Comics, ed è considerata una delle tre icone di base dell’universo immaginario della DC Comics, insieme a Batman e Superman. Ammantato dei colori della bandiera statunitense, il personaggio fa il suo esordio sul n. 8 di All Star Comics (1941), per poi diventare uno dei personaggi più inarrestabili di tutta l’editoria a fumetti di genere supereroico.{googleads right}
Il suo esordio e la sua carriera sono poi uniche e incredibili, soprattutto perché la maggior parte degli eroi dei fumetti e dei pulp magazine di quel periodo erano incentrati intorno alla figura di un maschio forte e avventuroso, pronto a salvare la fanciulla di turno e a mostrare muscoli e cervello fuori della norma. In maniera abbastanza incredibile, Wonder Woman divenne, ben presto, la protagonista di ben quattro testate. Il personaggio supera la crisi che negli anni cinquanta colpisce l’industria dei comics a causa della ben nota crociata del dott. Wertham (Seduction of the Innocent del 1954), che accusa i fumetti di minare l’integrità morale dei giovani lettori. In particolare Wonder Woman, con i suoi vestiti e i suoi modi disinibiti, era ritenuta un pessimo esempio per le fanciulle del paese e le situazioni sull’Isola Paradiso al limite dell’omosessualità. La creazione di severe regole da parte della Comics Code Authority, unite al fatto che già dal 1947 Marston era morto lasciando le redini della serie ad altri scrittori più tradizionali, causò una involuzione qualitativa e l’abbandono del femminismo convinto. È di questi decenni la creazione di Wonder Girl e di altre situazioni assurde o romantiche che si allontanarono dallo spirito originario del personaggio. A partire dal 1968, gli autori Mike Sekowsky, Dennis O’Neil e Dick Giordano rivitalizzarono la serie, cambiando radicalmente lo status del personaggio, che alla fine degli anni sessanta risultava totalmente anacronistico. Wonder Woman perde tutti i suoi poteri, abbandona il costume tradizionale e assume l’identità di Diana Prince. Grazie all’aiuto di un nuovo personaggio, I Ching, si addestra nelle arti marziali e affronta tutta una serie di avventure che, pur in uno stile totalmente diverso, ritrovano l’antico spirito del personaggio. L’esperimento ha successo (e la serie di Wonder Woman sfugge ancora una volta alla chiusura), ma dura solo fino al 1973, quando i poteri e il costume vengono ripristinati e le storie riprendono quelle della Golden Age, riscritte e ridisegnate.